Ambienti confinati: sei sicuro di sapere che cosa sono?

Riflettiamo: la caratteristica generale di uno "spazio confinato" è quella di essere un ambiente dallo spazio limitato, dove il pericolo di infortunio e di morte è molto alto, per diverse cause.

Questa definizione, quindi, fa capo a un unico concetto

Una via di uscita - o di fuga - difficilmente accessibile, oltre alla potenziale presenza di sostanze tossiche, alla mancanza di ossigeno (quello che in gergo viene definito con ambiente anossico) e alle condizioni di pericolo legate alla conformazione del luogo, come l'altezza o le dimensioni anguste degli spazi.

Per citare solo alcuni tra gli spazi confinati più diffusi:
- Silos, stive e serbatoi;
- Ambienti con ventilazione ridotta o assente: vasche, cisterne, reattori, camere di combustione e forni;
- Tubazioni: reti fognarie, o sistemi di drenaggio - sempre - chiusi.

Spazi confinati: senza protezione si muore

I dati parlano chiaro: secondo l'Osservatorio Istat, i morti sul lavoro, nel 2018, sono già 151. Un numero notevolmente superiore rispetto ai 113 dello stesso periodo del 2017, anno che ha contato ben 632 decessi sui luoghi di lavoro.

Sempre secondo l'Osservatorio, i luoghi confinati, scenario di questi infortuni mortali sono, generalmente, di tre tipologie principali:
- cisterne serbatoi e autoclavi, nel 28,8% dei casi;
- vasche, nel 22,2% dei casi;
- pozzi e pozzetti, nel 15,5% dei casi.

Questi incidenti conseguono a dinamiche scontate, ripetute nel tempo, luoghi e gesti troppo spesso sottovalutati: e questo ci conferma che, per operare in tali tipologie di ambienti senza via di uscita e di fuga, c'è sempre la necessità di impiegare personale formato, puntualmente aggiornato, nonché l'obbligo di utilizzare equipaggiamenti e sistemi di sicurezza come unica e sola soluzione. Non lo dice solo la legge, ma anche il senso di responsabilità e della cultura della sicurezza che, in un paese come l'Italia, sembra mancare.

Non solo: la consapevolezza dei rischi che lavorare all'interno di questi ambienti comporta, delle azioni previste, e la conoscenza degli ambienti nei quali si svolge l'attività lavorativa è fondamentale ma, troppo spesso, sottovalutata. E porta a conseguenze tristemente note

Non solo cultura della sicurezza:
rispetta la legge vigente, per evitare le sanzioni

La legge parla chiaro: per lavorare in spazi confinati, deve essere impiegato personale che possieda un'esperienza almeno di tre anni nel campo di ambienti confinati o potenzialmente inquinati. Ma c'è di più: il personale deve essere formato con costanza, avere in dotazione strumenti per proteggersi e prevenire di ogni rischio accidentale sul lavoro.

Inoltre, incorrere in sanzioni per la mancata ottemperanza di queste regole è facile e, queste, riguardano tutta la squadra di lavoro: dal lavoratore, al responsabile, fino al datore di lavoro e gli amministratori delegati.

Gli spazi confinati e la sicurezza in questi ambienti sono legati al D.P.R. 177/2011 sulla Sicurezza e Prevenzione dei rischi, una normativa emanata in Gazzetta Ufficiale n. 260 l'8 novembre 2011, in cui è stato pubblicato il Decreto Presidenziale 177 del 2011 contenente il Regolamento per la sicurezza in ambienti sospetti di inquinamento o confinati:

  • il Decreto Presidenziale 177 del 2011 individua i requisiti che devono possedere le imprese per poter operare in ambienti confinati, quindi che non prevedono una facile via di uscita, e potenzialmente inquinati;
  • Il DPR 19.03.1956, n. 303, Art. 25 dice che "è vietato far entrare i lavoratori nei pozzi neri, nelle fogne, nei camini, come pure in fosse, in gallerie, ed in generale in ambienti ed in recipienti, condutture, caldaie e simili, dove possano esservi gas deleteri, se non sia stata preventivamente accertata l'esistenza delle condizioni necessarie per la vita, oppure se l'atmosfera non sia stata sicuramente risanata mediante ventilazione o con altri mezzi";
  • D.Lgs. 81/2008, Articolo 66, comma 1 "Lavori in ambienti sospetti di inquinamento" ci dice che "è vietato consentire l'accesso dei lavoratori in pozzi neri, fogne, camini, fosse, gallerie e in generale in ambienti e recipienti, condutture, caldaie e simili, dove sia possibile il rilascio di gas deleteri, senza che sia stata preventivamente accertata l'assenza di pericolo per la vita e l'integrità fisica dei lavoratori medesimi, ovvero senza previo risanamento dell'atmosfera mediante ventilazione o altri mezzi idonei. L'apertura di accesso a detti luoghi deve avere dimensioni tali da poter consentire l'agevole recupero di un lavoratore privo di sensi.";
  • Le sanzioni per il mancato rispetto? Riguardano il datore di lavoro, con multe da 6400 euro e 6 mesi di detenzione; ma anche progettisti, fabbricanti, fornitori, fino ai lavoratori stessi.

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